La Consulta Nazionale Interreligiosa e delle Istituzioni Tradizionali – vedasi sezione dedicata – ha realizzato, nell’ambito delle iniziative connesse ai propri compiti d’istituto, dei corto e lungometraggi; alcuni dei quali hanno, ormai, valore storico. I migliori di questi sono stati realizzati grazie all’amichevole, generosa, collaborazione di Morando Jr Morandini; regista e sceneggiatore tanto sensibile e geniale, quanto schivo e riservato. Autore che, comunque, non disperiamo poter ancora coinvolgere nella realizzazione di un documentario antologico su tutte le manifestazioni patrocinate dalla C.N.I.I.T., in quasi trent’anni di attività. Di Morando Jr Morandini – che è, per inciso, l’autore del volume Professione Sceneggiatore ed ha collaborato con lo zio, l’indimenticato critico cinematografico Morando Morandini, alla realizzazione de I Morandini delle donne. 60 anni di cinema italiano al femminile – è pure il primo dei documentari che inaugura questa sezione dedicata ai video. Il filmato verte su Damanhur, la più grande comunità d’Europa che, per decenni, è stata partecipe di un proficuo rapporto di collaborazione con la Consulta Nazionale Interreligiosa e delle Istituzioni Tradizionali; vedasi in merito il capitolo La scuola di Damanhur, tratto da LA PEDAGOGIA VERSO LA SOCIETA’ POLISEMANTICA-Il realismo dell’educazione, Sandra Chistolini, CLEUP Edizioni, Padova, 2004;
Parabole Sufi
dal sito www.sufi.it
Le storie che seguono, fanno parte di materiale dell’insegnamento dei maestri e delle scuole sufi di quest’ultimo millennio. Il materiale, di cui anche queste storie fanno parte, proviene dai classici persiani, arabi, turchi, ecc., da raccolte tradizionali di storie-insegnamento, nonché da fonti orali che comprendono centri d’insegnamento sufi contemporanei.
Rappresentano, quindi, sia uno “strumento di lavoro” di uso corrente, sia brani significativi tratti dalla letteratura che ha ispirato alcuni dei più grandi Sufi del passato.
Il materiale didattico - come queste storie! - usato dai Sufi è sempre stato valutato in funzione di un unico criterio: il credito che i Sufi stessi gli accordano. Questo è il motivo per cui non possono essere applicati i criteri abituali – storici, letterari o di altro genere – per decidere ciò che deve essere incluso o escluso.
È in funzione della cultura locale, del pubblico al quale si rivolgono e delle esigenze dell'insegnamento, che i Sufi hanno tradizionalmente attinto, nel modo più appropriato, ai tesori ineguagliabili del sapere che è staio loro trasmesso.
Nei. circoli sufi è consuetudine che gli allievi si immergano nelle storie suggerite per lo studio, le cui dimensioni ulteriori potranno cosi essere loro rivelate dal maestro incaricato dell'insegnamento come e quando egli ritiene che il candidato sia pronto per le esperienze che queste storie fanno scaturire.
Al tempo stesso, molti racconti sufi sono entrati nel folclore, negli insegnamenti morali, e persino in alcune biografie. Molti hanno un valore nutritivo a vari livelli, pur mantenendo quello del semplice divertimento.
L'uomo che camminava sull'acqua
L'uomo che si fermava alle apparenze
Coloro che raggiungono l'obiettivo
L'uomo che andava facilmente in collera
Come la conoscenza fu acquisita
L'uomo che aveva coscienza della morte
Il mercante e il derviscio cristiano
Fatima la filatrice e la tenda
L'idiota e il cammello che brucava
L'idiota, il saggio e la brocca
Timur Agha e il linguaggio degli animali
L'uomo il cui momento non era ancora arrivato
Quando la morte venne a Bagdad
Il re che decise di essere generoso
Il tempo, il luogo e le persone
Perché gli uccelli d'argilla
volarono via
Viaggiatore, Stranezza
e Guadagnatempo