La Consulta Nazionale Interreligiosa e delle Istituzioni Tradizionali – vedasi sezione dedicata – ha realizzato, nell’ambito delle iniziative connesse ai propri compiti d’istituto, dei corto e lungometraggi; alcuni dei quali hanno, ormai, valore storico. I migliori di questi sono stati realizzati grazie all’amichevole, generosa, collaborazione di Morando Jr Morandini; regista e sceneggiatore tanto sensibile e geniale, quanto schivo e riservato. Autore che, comunque, non disperiamo poter ancora coinvolgere nella realizzazione di un documentario antologico su tutte le manifestazioni patrocinate dalla C.N.I.I.T., in quasi trent’anni di attività. Di Morando Jr Morandini – che è, per inciso, l’autore del volume Professione Sceneggiatore ed ha collaborato con lo zio, l’indimenticato critico cinematografico Morando Morandini, alla realizzazione de I Morandini delle donne. 60 anni di cinema italiano al femminile – è pure il primo dei documentari che inaugura questa sezione dedicata ai video. Il filmato verte su Damanhur, la più grande comunità d’Europa che, per decenni, è stata partecipe di un proficuo rapporto di collaborazione con la Consulta Nazionale Interreligiosa e delle Istituzioni Tradizionali; vedasi in merito il capitolo La scuola di Damanhur, tratto da LA PEDAGOGIA VERSO LA SOCIETA’ POLISEMANTICA-Il realismo dell’educazione, Sandra Chistolini, CLEUP Edizioni, Padova, 2004;



BUDDHA AMITABHA

Roma, 12 marzo 2025
Cara Daniela,
ci siamo incontrate nel 2012 in una splendida giornata dell’autunno romano nell’edificio Universitario di Piazza della Repubblica dove soleva far lezione Luigi Pirandello, forse eravamo nella sua stessa aula a respirare cultura e a pensare a come e per quale ragione aprire un Master sulla tanatologia. Eravamo in diversi convenuti da vari gruppi abilmente coordinati da Pasquale Cardinale Presidente della Consulta Nazionale Interreligiosa e delle Istituzioni Tradizionali (C.N.I.I.T.) e sostenuti dalla consorte Carla Consoli. Daniela eri concentrata sul tuo importante lavoro di accompagnamento empatico al fine vita e cercavi di aprire la mia mente a qualcosa di nuovo che facevo fatica a comprendere e a condividere. Il corso postlauream alla fine riuscì a decollare con il nome di “Master di II livello in Accompagnamento empatico del morente. Pedagogia e Tanatologia”. In primo in assoluto in Italia. Un piccolo gruppo di iscritte, tutte donne, raccolse immediatamente la sfida e così tu, che volevi essere discente e docente, ti ritrovasti a vestire i panni della Maestra, rinunciando a far la studentessa, per insegnare a noi tutti come si incontra la Morte e perché fosse necessario curare questo momento eternamente presente nel viaggio dell’esistenza umana, tanto propria quanto altrui. Ti seguivo con curiosità e trepidazione, non sapendo bene dove saremmo arrivati. Tu eri l’esperta indiscutibile e le esperienze di cui parlavi erano certamente profonde e reali, forti e intense. Ricordo che un giorno, nel tuo mescolar il sacro con il profano, uscisti a raccontare un fatto che mi fece capire le tue priorità nella vita. Accompagnavi persone di ogni età, bambini, adulti, anziani. Ancora vari ricordi mi vengono in mente. Riportavi un fatto di qualche giorno prima “….stavo cucinando e mi telefonò la persona che accompagnavo, mantenni il dialogo con lei per molto tempo, incurante del sugo che stava bruciando…era più importante quella persona del mio pranzo, e devo dire che mi è successo varie volte di lasciarmi assorbire dalla vicinanza al morente, in qualsiasi ora della giornata, al punto da dimenticarmi della quotidianità…”. Cito a memoria e penso a te che negli ultimi tempi hai forse cambiato di posizione, probabilmente ti sei trovata a chiamare qualcuno affinché facesse con te quello che tu per decenni hai fatto con altri. Non so. Forse. Chissà che cosa succede quando quello che facciamo con altri poi ci aspettiamo che venga rivolto a noi. Mi assale, come durante le tue lezioni, il senso di un infinito imperscrutabile che non ho neanche il desiderio di svelare e che tu presentavi come possibile da avvicinare alla persona facendo della morte un ospite atteso da sempre, da accogliere a braccia aperte rintracciando una continuità decifrata con sentimenti spirituali diversi. Sinceramente, io alzavo gli occhi al cielo. Non so se per paura o per sgomento. Credo che fondamentalmente ti ammirassi per la capacità che mostravi di trattare il fine vita come fosse un fatto ordinario. Per me non lo era, e non lo è ora, e quando in anni successivi ho vissuto l’esperienza diretta per la perdita di persone care sono stata disarmata, lo ammetto, con consapevolezza interiore e senso del limite. Nel Master volevo alimentarmi dalla tua empatia, ma sentivo che preferivo guardare verso l’alto e il mio accompagnare non era come il tuo accompagnare. Leggevo le tesi del Master e restavo osservatrice attenta ed attonita, io che non sapevo se mai avessi avuto il coraggio di stare al capezzale di chi se ne stava andando. Il tuo accompagnare aveva senz’altro uno stile unico che talvolta trovavo duro e rigoroso, apparivi come persona forte e convinta. Nelle altre persone del corso, non lo vedevo così denso come in te, era più sottile e delicato, mentre tu sembravi stare accanto alla morte, tenendola quasi per mano, conducendola, senza timore. Alla morte di un tuo cugino, avvenuta durante il corso, ci facesti partecipe di questo evento e il tuo seguirlo nelle ore della dipartita mi scuoteva tantissimo, mi sembrava come se quel lasciarlo andare lo governassi talmente da decidere tu quando distaccartene. Ci trasmettevi i colori, i suoni, i sapori. Ma lui già non c’era più e tu lo trattenevi. Mentre, trovavo bello che tu raccogliessi i ricordi intorno e su di lui, mi disturbava che tu lo trattenessi. Ci stavi insegnando qualcosa di potente. E così quando pochi giorni fa ho saputo della tua dipartita ho pensato a te e ho chiesto di incontrarci, noi del gruppo del “Master di II livello in Accompagnamento empatico del morente. Pedagogia e Tanatologia” per ricordarti insieme, pochi minuti, per ricongiungerci in una esperienza comune divenuta ricordo solido perenne nelle nostre vite. Ti ho sentita vicina, amica, compagna, persona dal grande cuore empatico che ha dato molto a tutte noi, anche a me che dopo il Master non ti ho più frequentato, ma ormai il dato era tratto e tu eri e sei rimasta con me. Allora, che cosa dire? Chi se ne va lo lasciamo andare, oppure lo teniamo dentro di noi nell’infinito vortice dell’esistenza perché ne conserviamo gli insegnamenti? Forse sperimentiamo le due verità. Lasciamo andare tollerando il consumo della vita, teniamo con noi, per dare agli altri quello su cui noi abbiamo sentito vivere l’altro. Non è una ambivalenza, è solo l’incarnazione perenne del nostro io che è venuto al mondo e che sempre ci resterà, la morte non è la fine ma l’inizio di qualcosa d’altro in chi la vede vivere accanto a sé. Dodici anni non sembrano passati e oggi, parlando con Pasquale, la nostra forza propulsiva, ci siamo sentiti orgogliosi di aver creato quel Master che mai nessuno potrà ripetere con la stessa intensità. Un ringraziamento per il cammino percorso insieme e una carezza per te cara Daniela da Sandra Chistolini
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Daniela Muggia
Pioniera del movimento tanatologico europeo, è stata figura eclettica: intellettuale, ricercatrice spirituale, imprenditrice; creatura sua e del marito, sono le Edizioni Amrita, Casa Editrice benemerita per la natura e qualificazione dei titoli editati.
Proveniente da famiglia ebraica è divenuta personalità italiana, fra le più qualificate stimate ed appassionate, della Tradizione Buddhista Mahayana.
Sandra Chistolini
Pedagogista e docente universitaria, Presidente dell’Associazione per la diffusione del Fondo Pizzigoni. Specialista nello studio di metodi pedagogici radicati in concezioni del mondo di vasto respiro e tali da resistere al logorio del tempo, come la scuola in India di Tagore, Aurobindo, Krishnamurti e di Ramakrishna, Vivekananda, Gandhi, e di metodi considerati esteriormente innovativi, quando non addirittura “alternativi” come: la Scuola parentale, l’Outdoor education, l’Asilo nel bosco. Studiosa, di livello internazionale, dell’insegnamento Waldorf, è il massimo esperto italiano del metodo pedagogico steineriano sul quale ha scritto diversi libri divenendo l’unica biografa della Scuola Rudolf Steiner di Roma 1988-2018. Il suo approfondimento del pensiero filosofico-spirituale e religioso di Rudolf Steiner è a fondamento delle successive trilogie indiane. Di formazione cattolica, praticante, ha favorito il dialogo fra le diverse culture e tradizioni spirituali: all’insegna del rispetto delle, preziose, precipue peculiarità identitarie; per molti anni è stata titolare della cattedra di Pedagogia interculturale presso la Terza Università di Roma. Ha fornito alla Consulta Nazionale Interreligiosa e delle Istituzioni Tradizionali, fin dalla sua nascita (1991), un rilevante sostegno culturale, morale e amicale. Sul lavoro della Consulta ha divulgato un dettagliato resoconto scientifico e metodologico in alcuni volumi tra i quali ricordiamo: Pedagogia e Carisma nella globalizzazione, Pensa Multimedia Ed., 2003 e La pedagogia verso la società polisemantica, CLEUP Ed., 2004. È stato il primo accademico ad iniziare nella Università statale italiana Master e Corsi di alta formazione postlauream sulla Pedagogia steineriana (2003-2004 e 2024-2025) e sulla Tanatologia (2012-2013).
(curatrice della pagina Rosa Sinatra)