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La Potenza Katechontica

SAPRÀ LA “RETE DISVELAZIONISTA”

ITALIANA FARSI POTENZA KATECHONTICA?

Per obbligo di verità ammettiamo anche esserci giornalisti, seppur rarissimi, ancor degni d’essere così chiamati, in quanto da tali operano. Questi quasi eroi agiscono, fra innumeri difficoltà, assolvendo esemplarmente all’importante funzione che il sistema democratico attribuiva, ab origine, alla Stampa. Fra quelli che più stimiamo, a prescindere dalle rispettive ideologie professate, citiamo: Fulvio Grimaldi, Claudio Messora, Giampaolo Rossi, Massimo Fini, Marcello Foa, Giulietto Chiesa, Maurizio Blondet.

Eccoci, infine, al punto cui intendevamo condurvi, alla questione che volevamo porre: quella concernente le reali motivazioni che muovono all’azione gli encomiabili blogger (a volte famosi, spesso misconosciuti) che nell’insieme rappresentano l’unico, imprescindibile, punto di riferimento per quanti ancora credono nella possibilità: di un pensiero libero, di una società libera; insomma nella salvaguardia di quel che resta della nostra democrazia.

Ma, in realtà, è effettivamente così? Le sopra indicate lodevoli motivazioni sono sempre e comunque alla base dell’operato di questi paladini dell’informazione non condizionata? Quanti, invece, similmente ai soggetti cui si è fatto cenno nella prima parte del presente contributo, soggiacciono alle “dinamiche gratificatrici e consolatorie”, soprattutto di ordine psicologico, delle quali abbiamo già detto? A tal riguardo può non essere superfluo richiamare la precedentemente evocata immagine dei “professionisti dell’antimafia” che fondano le proprie fortune sul persistere del potere mafioso che continua a prosperare ed espandersi.

Lungi da noi pensare possa corrispondere, anche in minima parte, allo stereotipo “NAPALM 51”, il comportamento degli attivisti della rete (che meritoriamente operano, come già detto, a salvaguardia di quel che resta della disastrata democrazia italiana) ma è l’esperienza fatta, che ci ha resi edotti, in più circostanze, sull’essere divenuti alcuni, pur valenti, blogger, appassionati professionisti della controinformazione, ma privi di autentica voglia di cambiamento; interessati esclusivamente alla continua produzione di: post, video, interviste, commenti…

Azione certamente utile anche questa, essendo l’unico controcanto allo storytelling prodotto dall’imperante mainstream, ma insufficiente a contrastare efficacemente la virulenta azione di un potere reso, ora, idrofobo, dalla paura di perdere gli enormi mezzi di coercizione mentale e  sociale ad oggi detenuti; vedasi la recente vicenda relativa la normativa UE sul copyright. Vanno in tale direzione, suscitando un senso di vaga inquietudine, anche le dichiarazioni fatte da Riccardo Formigli e Giampaolo Pansa, nel corso della puntata di “Otto e Mezzo” di Martedì 18.9 u.s. In tale trasmissione, infatti, si sono manifestate le preoccupazioni della Gruber e del Formigli, per la tenuta del sistema informativo nazionale, dello stato e del ruolo della stampa, messa in crisi [sic!] dal pericoloso avanzare dell’informazione “non mediata” dagli “organismi ufficiali deputati” alla trasmissione delle informazioni.  Il riferimento era alla Rete, pericolosissima fucina di “…fake news capillarmente diffuse da personal computer e telefonini…”. Il Pansa, disgustato oltre misura dall’incapacità, sciattezza, inconcludenza e pericolosità dell’attuale governo, ha dato la stura ad allarmate – ed allarmanti – esternazioni paventanti ed allo stesso tempo preconizzanti l’eventualità di un colpo di stato militare.

Il compianto Leonardo Sciascia ebbe ad affermare che la fenomenologia mafiosa era venuta ad includere (correva l’anno 1987) una nuova categoria, quella dei “professionisti dell’antimafia”.

Categoria, aggiungiamo noi oggi, estesasi ad includere: preti, sociologi, pedagogisti, pubblicitari, attivisti e militanti delle più diverse specie.

Al fenomeno cui sopra è possibile accostare –  lo ammettiamo, in modo forzato e strumentale – altre categorie: anti-fascisti senza fascismo; anti-razzisti senza razzismo, iper-europeisti senza Europa. L’Europa vera, dei popoli e delle nazioni, non quella: del IV° Reich della Merkel; delle banche e dei burocrati a busta paga del capitalismo mondialista.

Si dirà: nulla di nuovo sotto il cielo ove ci si deve tutti industriare (e non potendo far altro, val bene intrupparsi, per esempio, in Coop, ONG e associazioni varie di volontariato) pur di dare risposta alle primarie esigenze di vita che, comunque, non sono esclusivamente quelle connesse alla sussistenza fisica di ognuno.

Ovviamente ne esistono altre: di natura psicologica ed emozionale; di relazione e status, che possiamo definire esistenziali e certamente non sono meno importanti delle materiali. Il benessere personale, infatti, è imprescindibile dalla dimensione sociale, la sola a poter dare “significato” alle vicende individuali, anche permettendo, spesso, “l’identificazione” – provvidenziale per la stabilità dell’Io – con una nobile funzione, un’importante ruolo. Mentre, in realtà, a volte, ci si limita a recitare una parte, svolgendo, magari inconsapevolmente, tristi ruoli: cinghia di trasmissione del potere; valvola di sfogo di frustrazioni sociali; camera di compensazione per stress e tensioni causate da alienanti dinamiche connesse ad innaturali stili di vita; supporter di una pratica (politico-economica) dell’asservimento dei deboli e schiavizzazione degli ultimi. Tutto ciò, spesso accompagnando il proprio agire individuale con la stupida presunzione propria delle mosche cocchiere di ogni regime.

Più avanti entreremo nello specifico, onde dare senso compiuto a questo inusuale intervento che prelude una concreta iniziativa, avviata – è doveroso precisarlo – per merito di isoladiavalon.eu, motivo per il quale ringraziamo Seyan.

A questo punto occorre una digressione/riflessione sull’operato di altre due categorie professionali al servizio dell’imperante regime: quella degli intrattenitori e quella degli imbonitori. Accolite di squallidi figuri privi di qualsivoglia dignità, ignari di etica e deontologia professionale, che pur ardiscono essere rispettivamente considerati: giornalisti gli uni e autori di satira politica gli altri.

Prima di procedere oltre, precisiamo non esserci sbagliati nell’attribuire ai primi il compito di intrattenere, stordendo ed obnubilando.

Ai secondi, quello di decerebrare, per il tramite dell’ilarità, provvedendo alla somministrazione di verità preconfezionate; anche se i due ruoli, quello dei gazzettieri e quello dei giullari di corte, spesso coincidono; Zoro docet.

Per completezza è opportuno fare un’ulteriore precisazione, potendosi identificare nelle file degli pseudo giornalisti, due sotto-categorie: quella dei professionisti dell’ottundimento delle intelligenze, per il tramite della mistificazione e manipolazione dei dati di realtà; analisti o commentatori.

Quella dei vocati alla pratica della mitridatizzazione delle coscienze, ottenuta con la massiva denuncia di scandali, malversazioni e abomini di varia natura; reporter, giornalisti d’inchiesta e via dicendo.

A ben rappresentare questi ultimi: Riccardo Iacona, che pubblicamente ha ammesso la propria indifferenza per il fatto che nessun provvedimento concreto faccia mai seguito alla denuncia degli scandali resi pubblici nella sua “Presa Diretta”; rivendicando quale unico suo compito il documentare e rendere di pubblico dominio quanto è di pubblico interesse. Appunto, anestetizzare le volontà, mitridatizzando le coscienze.

https://angelafrancia.wordpress.com/2017/09/10/ecco-perche-nessuno-si-ribella-al-sistema

http://www.deciba.it/component/k2/item/26-ecco-perche-accettiamo-qualsiasi-sopruso-enessuno-si-ribella

Pubblichiamo un interessante e stimolante intervento pervenutoci dal “Gruppo di Lavoro Offrire Sostegno

Spirituale alla Buona Politica”, intitolato

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Katechon
la diga contro il male
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Insomma, un altro inquietante messaggio, segno della particolarità dei tempi attuali, che ben dimostra come in effetti sia concreto il pericolo di una soppressione – ancorché sempre negata dal regime – della libertà di stampa nel nostro Paese.

Ma torniamo, per gradualmente avviarci alla conclusione, al punto focale della questione che il presente intervento ha inteso sollevare. Ovvero, il tentativo di segnare un discrimine fra quanti intendono “lucrare”, per svariati motivi, a volte inconsci, d’interesse personale, sull’inesistenza di un libero sistema informativo e quanti, viceversa, auspicano una reale libertà di stampa e per essa sono disponibili a concretamente attivarsi e attivamente cooperare. Il nostro contributo è la proposta d’indizione di un pubblico incontro – fisico, non telematico – aperto a tutti quelli che decideranno di riproporre e offrire ai propri utenti, il presente documento; avendo cura di darne notizia, lasciando sotto un commento, a l’isola di Avalon.

Lo scopo è quello d’acquisire maggiore “agibilità operativa”, onde verificare la possibilità di dar vita ad un network di collegamento nazionale che garantisca, a breve-medio termine, concreti spazi d’azione e idonei strumenti di salvaguardia. Ad iniziare dall’istituzione di un servizio di consulenza ed assistenza legale dedicato a tutti gli operatori della Rete che decideranno di aderire. Ovviamente ogni vostro suggerimento, proposta, contributo di qualsivoglia natura, nell’eventualità dovessero pervenire, saranno tenuti nella massima considerazione.

La titolazione data al presente documento La Potenza Katechontica fa riferimento ad un invito rivolto al Governo Italiano dal filosofo Diego Fusaro. Parafrasandolo, ci si auspica, per il bene di tutti gli Italiani e non solo essi, che la Rete voglia, possa e sappia farsi, quanto prima e concretamente, potenza katechontica.

Il Katechon, per San Paolo, è ciò che argina l'azione devastatrice del Male e della Morte. Il filosofo Diego Fusaro ha illustrato l'azione katechontica esercitata dall'ex Unione Sovietica nei confronti del Mercatismo e del Tanatocapitalismo.

Il Katechon (rectius: Katéchon) è una diga utile a contrastare le Forze del Capitalismo, del Nichilismo spirituale e del Relativismo neoliberista. L'equiparazione tra queste Forze e quelle del Male, del Demiurgo, di Satana, è incontrastata e incontrovertibile.

Identici sono fini e mezzi.

La Cabala Sinistra - L'Isola di Avalon

Le Forze del Male del Capitalismo-Mercatismo e quelle del Demiurgo-Anticristo sono consunstanziali (homoousia). Pertanto, le chiameremo brevemente per quello che sono: La Cabala (o The Cabal). Come abbiamo visto, per Hayek il Mercato è una sorta di Mente e il valore di qualsiasi merce, compreso il corpo umano (Cfr. Jacques Attali) è dato dal suo prezzo.

I fini della cabala mercatista

Fine precipuo dei Cabalisti è quello di abbattere frontiere e dazi al fine di creare un unico Mercato Globale e Globalizzante. L'Open Society vagheggiata da Karl Popper e innervata da George Soros mediante la destabilizzazione antidemocratica degli Stati-Nazione. (le cosiddette Rivoluzioni Colorate). Altro fine della Cabala è quello di privare il Consumatore di ogni senso di appartenenza sociale, dalla Gemeinschaft, per renderlo un mero schiavo dei flussi desideranti di sempre più nuove (ma sempre più scadenti) merci che le Gesellschaft Transnazionali impongono per aumentare profitti e bilanci.

Dal crollo del Katechon anticabalista nasce una nuova antropologia

Dall'homo oeconomicus che ha come interesse esclusivo la cura dei propri interessi individuali, si è passati – mediante crisi economiche create ad hoc – all'homo migrans, per poter allocare globalmente anche i lavoratori, dopo le merci, deflazionando di conseguenza i mercati del lavoro degli Stati dell'Occidente a tutto vantaggio delle Transnational Corporations.

Anche la Religione viene relativizzata alle esigenze e ai desiderata di ogni singolo individuo. Anche il papa non fa più il Katechon. Sarà soddisfatto il filosofo Massimo Cacciari...

La religione bricolage

Ciascuno di noi ha una sua visione del Bene e anche del Male. Noi dobbiamo incitarlo a procedere verso quello che lui pensa sia il Bene. (Intervista di E. Scalfari a Jorge Bergoglio del 2013). E' un papa, Bergoglio, che sembra avere a cuore solo il Migrazionesimo Sorosiano.

Francesco e migrazionesimo

Il Migrazionesimo di papa Francesco, ribadito nell'ultima intervista del luglio 2017 al solito elitista Scalfari, sembra essere l'unica preoccupazione dell'attuale Vicario del Ministero Petrino. Ciò irrita non solo l'alt-right di casa nostra, ma anche politici moderati come Marcello Pera.

Francamente questo Papa non lo capisco, quanto dice è al di fuori di ogni comprensione razionale. È evidente a tutti che un’accoglienza indiscriminata non è possibile: c’è un punto critico che non può essere superato. Se il Papa non fa riferimento a questo punto critico, se insiste su un’accoglienza massiccia e totale, mi pongo la domanda: perché lo dice? Qual è il fine vero delle sue parole? Perché manca di un minimo di realismo, di quel poco che è richiesto a chiunque? ("Corrado Ocone intervista Marcello Pera", formiche.net)

 

La risposta per Pera è una sola: il Papa lo fa perché detesta l’Occidente, aspira a distruggerlo e fa di tutto per raggiungere questo fine. Se non si tiene conto della soglia critica oltre la quale le nostre società non possono più accogliere chiunque, e nemmeno garantire a loro quella dignità minima che si deve a tutti gli uomini, assisteremo presto a una vera e propria invasione che ci sommergerà e che metterà in crisi i nostri costumi, le nostre libertà, lo stesso cristianesimo. Ci sarà una reazione e una guerra. Come fa il Papa a non capirlo? E da che parte starà una volta scoppiata questa guerra civile? (Intervista a Marcello Pera, art. cit.)

 

Un grosso errore di valutazione: Bergoglio non è comunista

Nella sua analisi, Pera commette un evidente errore di valutazione.

Alla domanda «Bergoglio, dopo aver fatto un appello all'Europa, paventa “alleanze assai pericolose” contro i migranti di “potenze che hanno una visione distorta del mondo: America e Russia, Cina e Corea del Nord”. Non è alquanto bizzarro accomunare una democrazia di vecchia data quale l’America a paesi fortemente autoritari e addirittura totalitari?», Pera risponde:

Lo è, ma non mi meraviglio alla luce di quanto ho prima detto. Il Papa riflette tutti i pregiudizi del sudamericano verso l’America del Nord, verso il mercato, le libertà, il capitalismo. Sarebbe stato così anche se alla presidenza americana fosse rimasto Obama, ma non c’è dubbio che queste idee del Papa si saldino oggi, in un mix pericoloso, al sentimento anti-Trump diffuso in Europa. (Intervista a Marcello Pera, art. cit.)

Il Bergoglio sorosiano

Non è così. Se le elezioni USA fossero state vinte dal burattino della Cabala, Hillary Clinton, il Bergoglio non avrebbe inserito gli USA tra i Paesi "che hanno una visione distorta del Mondo" (ovviamente secondo la tetra ermeneutica bergogliana).

Bergoglio è solo l'inesausto paladino del Migrazionesimo. Egli agogna, come George Soros, che decine di milioni di Africani, di Centro-Americani e Sud-Americani invadano Europa e Stati Uniti. Calpestando e Distruggendo progressivamente ogni traccia della Civiltà e del trimillenario Retaggio Occidentale. Il pur mediocre e incompetente Donald Trump rimane – al momento – il più grosso ostacolo per il Caos Globale programmato da Soros e dalla Cabala Mondiale.

CHAOS AB ORDINE – ORDO AB CHAO

Dal Caos Globale ri-sorgerà l'Anticristo, grazie agli araldi della Cabala Capitalista e Mercatista. Se vogliamo il Bene, dobbiamo comprendere i loro turpi intenti e, soprattutto, combatterli.

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Il crollo del Katechon sovietico porta all'homo destruens

E', in verità, l'ultimo passaggio della Cabala.

Dopo aver distrutto ogni Patria (Cfr. Heidegger), dopo aver liquidato come inutile ogni legame affettivo e familiare [ricordiamo le parole dell'ex ministro Giannini, quando incontrò la sua omologa tedesca Wanka: "Nella Nuova Società non ci sarà più spazio per la famiglia. [...] La flessibilità induce le persone a spostarsi individualmente, il modello di famiglia a cui siamo abituati, che rappresenta stabilità e certezze, non esisterà più"], dopo aver distrutto ogni identità sessuale stabile, e dopo aver relativizzato ogni Religione, la Cabala ci propone la sua epitome finale, il suo inumano reverse engineering dell'essere umano, la sua folle idea di nuova specie antropologica globale. L'Homo Destruens.

 

È l'uomo deterritorializzato e precarizzato che vive in un eterno Presente, eradicato dal suo Passato, e senza alcuna sicurezza etica e materiale che gli permetta di agganciare l'Ombra fuggente del Futuro.

Astorico in un Mondo senza più Storia.

Arido, avido e sordo a tutto ciò che trascende i suoi interessi personali.

Capace solo di distruggere risorse e ambiente.

L'homo destruens

L'Homo Destruens, che vagola erratico di Paese in Paese alla ricerca di un lavoro, con il suo immancabile iPhone, un fantasma senza ricordi che non lascia impronte di sè, senza famiglia, una fusion di razze e di Pensiero Unico Globale, come propugnato da Coudhenove-Kalergi:

 

L’uomo del futuro sarà di sangue misto. La razza futura  eurasiatica-negroide, estremamente simile agli antichi egiziani, sostituirà la molteplicità dei popoli, con una molteplicità di personalità. (Kalergi, "Praktischer Idealismus")

 

Totalmente dimentico della propria Storia, egotico e individualista, indifferente a ogni cultura, diritto e aggregazione sociale che non gli fruttino un guadagno monetario; esso è una sorta di involuzione o per meglio dire di de-evoluzione della razza umana. Pur camminando eretto, egli è prostrato in qualità di neoservo agli ordini dei Nuovi Signori, i ricchi e tronfi Cabalisti Globali.

Il Piano Kalergi

Il più attivo laboratorio sociale della Cabala per lo sviluppo della Nuova Antropologia è proprio l'attuale Paneuropa o UE, secondo le direttive emanate dal Kalergi:

Kalergi proclama l’abolizione del diritto di autodeterminazione dei popoli e, successivamente, l’eliminazione delle nazioni per mezzo dei movimenti etnici separatisti o l’immigrazione allogena di massa. Affinchè l’Europa sia dominabile dall‘elite, pretende di trasformare i popoli omogenei in una razza mescolata di bianchi, negri e asiatici. A questi meticci egli attribuisce crudeltà, infedeltà e altre caratteristiche che, secondo lui, devono essere create coscientemente perché sono indispensabili per conseguire la superiorità dell‘elite. (Gerd Honsik, "Il Piano Kalergi")

Anche la religione abbandona il Katechon

Nel mondo distopico (o meglio Cacotopico) che la Cabala sta costruendo (corrompendo le fondamenta dell'attuale Civiltà) per la sua nuova Antropologia dis-umana, in quello che è l'esatto opposto della Weltanschauungphilosophie di Wilhelm Dilthey, la monade universale  - l'Uno plotiniano - diviene molteplice, sempre più incosciente di sè ad ogni successivo passaggio, bruta materia corrotta, marcescente e relativistica. Tra gli applausi e le ovazioni degli intellettuali della Ur-Sinistra globale.

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