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Marianna Leibl in compagnia di una giovane amica, sulla terrazza della sua casa in via di Ripetta. Foto scattata l'8 gennaio 1982

 

MARIANNA LEIBL

di P.C.

Marianna Leibl ci riceve nella sua casa d’artista dalle pareti tappezzate di tele, da lei stessa dipinte, raffiguranti misteriosi gatti dallo sguardo penetrante.

L’accoglienza, come sempre, è cordiale; la conversazione ogni volta più interessante delle precedenti. Umorismo, cultura, acume psicologico e conoscenza esoterica danno ad ogni colloquio piacevolezza e significatività, come ben sanno quelli che hanno avuto l’occasione di farsi fare l’oroscopo da lei.

Oltre la gentilezza, l’elasticità e l’apertura mentale, veramente notevole data l’età, quello che colpisce è la costante discrezione sia che ci si trovi a parlare di Visconti, Fellini o altri artisti, di cui è astrologa personale, sia che si tratti di figure quali, per esempio, C. G. Jung, il Padre della Psicologia Analitica, di cui la Leibl per alcuni anni è stata allieva. Abbiamo citato proprio questo personaggio perché a lui si riferisce una frase, o forse anche un giudizio, (casualmente ed eccezionalmente sfuggita a Marianna, nel corso di una discussione) secondo noi molto significativa, per cui ci piace riportarla, anche se l’immagine del grande psicologo svizzero non ne esce, certo, ingrandita.

«…Era un uomo estremamente freddo in grado di prendere molto, dagli altri, dando il meno possibile. Ne sapevano qualcosa i suoi pazienti cui presentava parcelle salatissime, ed i suoi numerosi collaboratori dei cui preziosi contributi, avidamente, si avvaleva per l’elaborazione delle sue teorie».

«…Quando gli comunicai che, non essendo soddisfatta dei miei studi con lui avevo deciso d’interromperli, per dedicarmi ad altro, mi rispose che per lui andava benissimo, poi, approssimativamente, aggiunse: Marianna, ricordati che sei stata fortunata a nascere in un’epoca in cui non si crede più alle streghe, altrimenti avresti corso il rischio di finire sul rogo».

Marianna Leibl ha conosciuto anche Julius Evola, ma su questo punto è estremamente riservata non amando scendere in particolari né per ciò che riguarda la persona, né per il rapporto con lui avuto. Solo casualmente si riesce a sapere qualcosa di più. «…Mi trovavo in un circolo Teosofico e li, per caso, frequentando Evola quegli ambienti solo sporadicamente, lo incontrai». «…Divenni sua amica e amante, anche se non l’unica*. Mi accorgo, però, che questi termini danno una falsa idea del rapporto che avevamo comunque… ». Il nostro pensiero va ad un’altra conversazione avuta in cui si sono sfiorati argomenti quali l’eros, l’amore ed alcune particolari pratiche erotiche come il vampirismo sessuale e l’omosessualità rituale. Riflettiamo sul fatto che scomparsa Marianna Leibl, forse, finirà con essa un patrimonio di «particolari» esperienze e conoscenze che, finora, nessuno del nostro ambiente ha raccolto.

Dall’astrologia, quale Scienza Tradizionale, e alla Meditazione Zen il discorso si sposta sui suoi viaggi e soggiorni di studio a Parigi, Londra, Praga.

Il nostro sguardo si sofferma su un ritratto giovanile (in cui splendidamente viene messa in risalto la sua nordica bellezza) per poi passare ai tratti ancor magnifici del suo volto, anche se provato dal dolore, cui una vecchiaia serena, ma ancor ricca intellettualmente hanno aggiunto una «sottile luminosità».

                                                                                                                                                            

P.C.      

​​

* Qui si allude all'ideazione del "corpo delle ausiliarie del sesso" definizione, invero poco felice, utilizzata da Julius Evola e confermata da Emilio Servadio che già ne aveva sentito parlare nel periodo de LA TORRE. (postilla dei curatori la pagina).                

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